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Confronto nazionale unitario, l’appello Snals/Confsal ai partiti: “Ascoltate le parti sociali”

ROMA – È l’emergenza salariale il tema da porre in cima all’agenda politico-strategica della scuola. Questa mattina lo hanno detto a gran voce e all’unanimità i sindacati nel corso del confronto unitario sui temi della scuola con le forze politiche che si candidano a governare il Paese per la prossima legislatura.

Occorre colmare il divario tra lo stipendio medio dei docenti in Italia e quello degli altri paesi europei, il divario tra lo stipendio dei professori e quello di altri dipendenti (non dirigenti) della pubblica amministrazione con pari titolo di studio e, infine, ridurre la differenza di retribuzione tra docenti con lo stesso titolo di studio ma diverso inquadramento.

Secondo i sindacati, il riconoscimento economico e sociale dei docenti passa necessariamente attraverso il rinnovo di un CCNL Istruzione e ricerca ormai scaduto da tre anni e attraverso un adeguamento salariale che si traduca in aumento del potere d’acquisto della categoria.

“Non esiste crescita senza un investimento in termini di istruzione pubblica e ricerca.” Le cinque sigle sindacali principali della scuola (Flc CGIL, CISL scuola, UIL scuola RUA, SNALS/Confsal e Gilda UNAMS) chiedono ai partiti un deciso cambio di rotta, a cominciare proprio dai fondi destinati all’istruzione in sede di Legge di bilancio. Altra urgenza, rispetto anche alle vicende legate al DL 36/2022 poi convertito in legge, è quella di restituire alla contrattazione collettiva voci come la formazione dei docenti.

Differenze sostanziali nelle prospettive e priorità che le forze politiche hanno inserito nei loro programmi elettorali: regionalizzazione della scuola e autonomia differenziata, per esempio, sono nelle priorità della destra (FI in testa) e fortemente avversati da Rifondazione e PSI. Stesso dicasi per l’alternanza scuola/lavoro. IL PD stanzierebbe risorse aggiuntive per gli stipendi e Fdl  vede nel precariato la piaga che intacca il sistema educativo. Unione Popolare attacca il ministro Bianchi sui concorsi e chiede un profilo meno nozionistico per l’insegnante del futuro (metodo, esperienza, capacità di interazione con la classe). M5S ricorda i dieci miliardi di euro stanziati in un solo anno dal governo Conte durante la pandemia, a fronte dei dieci miliardi di euro tagliati dal ministro Gelmini durante il governo Berlusconi. Quasi unanime, invece, la bocciatura della figura del docente esperto (“Non un’urgenza ma una discriminazione”, dicono).

IL sottosegretario Sasso (Lega Nord) propone la stabilizzazione dei docenti dopo 36 mesi di servizio e torna sul rapporto di Save the Children (appena pubblicato) sui dati allarmanti della dispersione scolastica. Come se ne esce? “Creando avamposti nelle scuole di periferia – sostiene – poi salvaguardando la continuità didattica e valorizzando gli insegnanti.”

Tra i temi trattati anche il ruolo del dirigente scolastico, la carenza di personale ATA, gli organici covid e le problematiche delle segreterie.

“Dal 26 (settembre ndr) tutti i nostri problemi sono risolti. Andremo all’ARAN e firmeremo un contratto da favola. – ha detto il segretario generale di Snals/Confsal Elvira Serafini dopo aver ascoltato le promesse dei partiti – Ascoltate le parti sociali: siamo a vostra disposizione.”

“Evidentemente la firma del nuovo contratto non potrà arrivare con questo governo, visto che anche l’incontro del 7 settembre all’ARAN si è risolto in una fumata nera. – ha commentato Vito Masciale, segretario di Snals Puglia – Combatteremo la battaglia per l’adeguamento salariale dei docenti della scuola pubblica italiana a fianco della nostra segreteria generale. Nel frattempo, continuiamo a rispondere alle sollecitazioni delle scuole del territorio, che nei prossimi giorni riprendono le lezioni con molte cattedre ancora vacanti.”