Al momento stai visualizzando IL DISCORSO DEL SEGRETARIO REGIONALE SNALS CONFSAL MASCIALE AL CONVEGNO SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

IL DISCORSO DEL SEGRETARIO REGIONALE SNALS CONFSAL MASCIALE AL CONVEGNO SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Care amiche e cari amici della grande famiglia SNALS, illustri ospiti, gent.mi relatori, grazie a tutti voi per aver accettato l’invito e aver voluto trovare all’interno delle vostre agende del tempo da passare con noi. Oggi è presente tutta la Puglia.

Grazie alla segretaria generale Snals Confsal Elvira Serafini per la sua presenza.

Ho pensato a lungo a quali concetti condividere con voi oggi e alla fine ho deciso: mi sono detto che un convegno dove poter avere insieme tanti amici e tante amiche tesserati snals non capita tutti i giorni: per me una occasione unica per poter dire a tanti di voi contemporaneamente: grazie per come svolgete il lavoro all’interno della scuola. Senza alunni, è vero, non si riempiono le aule ma senza docenti e personale ata non si educano e non si formano gli alunni. L’immagine di noi lavoratori della scuola che ci viene dall’esterno è quella di lavoratori stanchi demotivati sempre sull’orlo di una crisi di nervi, sempre pronti a lavorare meno e a pretendere di essere pagati di più. Non fatevi condizionare, non vi arrendete, voi non siete così. Siete i lavoratori che ogni santo giorno si innamorano del loro lavoro e amano la scuola. Voi siete quelli che quando si presenta la possibilità di fare domanda di trasferimento per avere una sede di lavoro più comoda si siedono davanti alla scrivania del consulente del sindacato con tanti scrupoli e dubbi perché pensano ai ragazzi che dovranno lasciare, a quei ragazzi ribelli distratti poco studiosi che forse conoscono meglio dei loro genitori. Voi siete quelli che quando decidono di andare in pensione anticipata sono assaliti da mille dubbi perché l’anno prossimo i bambini devono fare gli esami e stanno con voi da 5 anni e vi sembra di tradirli. Amiamo la scuola di un sentimento forte e duraturo che ci unisce a questa istituzione: l’amore vero, dicono gli esperti in materia, è quello che ti fa mettere il bene dell’altro davanti al tuo. E come non chiamare amore per la scuola quello che ci fa accettare ruoli, compiti ,responsabilità non previste dal contratto di lavoro purché la scuola funioni, come non chiamare amore per la scuola il partecipare a collegi dei docenti che vanno oltre gli orari programmati e gli scrutini infiniti per decidere quando fermare un alunno/alunna con  il personale ATA  che fa  ore di straordinario che probabilmente non hanno copertura finanziaria e con il monte ore di 40 per i docenti che viene quasi sempre superato e quasi mai remunerato? come non chiamare amore per la scuola se una insegnante di sostegno si prende la responsabilità di portare in viaggio d’istruzione una intera classe pur di non deludere il suo alunno speciale che altrimenti resterebbe a casa? e voglio fermarmi qui con  gli esempi ma  non voglio dimenticare, anzi voglio celebrare voi tutti fra gli eroi della pandemia quando da un momento all’altro siete stati coinvolti, soprattutto docenti e assistenti tecnici, nel realizzare la DAD e lo avete fatto pur fra mille difficoltà perché la scuola doveva funzionare e non si arrendeva neanche davanti al covid 19.

Adesso vado dritto al punto. Perché siamo qui e cosa ci ha portato a voler organizzare un convegno.  Sicuramente per poter aver il piacere di salutare tutti quanti voi che siete l’essenza stessa del sindacato. Veniamo al titolo “La scuola è uguale per tutti?”, la domanda a cui abbiamo voluto dare tre tipi di risposte non perché non abbiamo le idee chiare in proposito ma perché ancora una volta, come è stile dello snals, vogliamo affrontare un dialogo ed un confronto diretto e sereno che non può e non vuole  ignorare punti di vista diversi dal nostro  e per le varie sfaccettatura di una domanda breve  che appare semplice e facile ma che contiene una parola bellissima, “giusta”, cioè una parola che rimanda ad un ideale alto ma che può anche essere  pericolosa come un cavallo di troia .

Il Ddl sull’Autonomia differenziata rappresenta “un adempimento doveroso, non più rinviabile”, ma solo “realizzando le misure di contrasto ai divari che la Costituzione e le norme prevedono e che finora sono rimaste lettera morta. Il concetto di una distinzione delle realtà territoriali deve essere volta a rafforzare l’unione dell’Italia.

Tuttavia, tarda a formarsi un’estesa opinione che con adeguate motivazioni metta in luce i problemi gravi che questo tipo di autonomia può causare, innanzitutto per l’unità dei diversi territori, ma anche per i profili finanziari. Ma ciò richiede che si passi dal l’area della critica alla proposta costruttiva: si possono differenziare i poteri assegnati alle regioni ma non i diritti dei cittadini in base ai territori in cui risiedono.

Non è un mistero che proprio la Scuola sia tra tutte le materie la cui competenza viene chiesta di «Devono obbligatoriamente far parte di un unico disegno finalizzato ad assicurare un livello uniforme di servizi alle cittadini e alle imprese, indipendentemente dal livello di governo che li assicura e dal territorio nel quale tali servizi sono svolti».

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha ricordato come l’assunzione dei docenti nelle scuole e l’organizzazione scolastica siano competenze proprie del governo centrale, secondo l’articolo 117 della Costituzione, non trasferibili alle Regioni. Sulla scuola, la puntualizzazione è importante perché è da lì che può cominciare, per scelte avventate, ad affievolirsi la coesione nazionale

Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, così com’è, non risponde alle linee guida del Piano di ripresa e resilienza anzi, da una lettura del documento si ha l’impressione che regionalismo differenziato, disegnato dalla legge quadro, lasci le cose così come stanno, non aiutando nella riduzione del divario tra Nord e Sud del Paese. Obiettivo, invece, strategico per un rilancio dell’economia nazionale oggi aggredita dall’inflazione e dalle prospettive di una mancata crescita dovute anche alla guerra in Ucraina.

Su un punto però siamo tutti d’accordo: non si tratta di fare una battaglia ideologica Nord contro Sud. Sono in gioco i criteri sostenibili e solidaristici fissati dalla Costituzione. Ecco, il mio augurio è che dopo questo convegno ognuno di voi possa avere una propria autentica opinione sull’argomento e domani tornando a scuola possa essere IDEA per un nuovo confronto.