RIPENSARE L’ORIENTAMENTO SCOLASTICO

Ultimi giorni per le iscrizioni per chi cambia ciclo di studi, ma l’iscrizione è il punto di arrivo dell’orientamento scolastico. Negli ultimi 20 anni le più importanti leggi di riforma degli ordinamenti didattici ed universitari hanno previsto, o almeno contemplato, lo svolgimento di attività di orientamento e tutorato sempre più legate al processo di formazione. L’obiettivo è consentire agli adolescenti e ai giovani di appropriarsi degli strumenti per affrontare un futuro lavorativo sempre più incerto e imprevedibile.

Il processo di orientamento non può essere effettuato esclusivamente attraverso gli interventi sincronico-finali, che avvengono per lo più al passaggio da un grado formativo ad un altro, ma deve avere luogo durante tutta la vita scolastica degli studenti, attraverso attività di tipo diacronico-formativo. Occorre necessariamente ripensare un processo didattico flessibile e permanente che attraversi tutti gli ordini e i gradi di scuola e tutte le discipline affrontate.

L’orientamento, in generale, dovrebbe rispecchiare le trasformazioni sociali, educative, psicologiche e antropologiche che interessano la società ed ha assunto progressivamente un significato più ampio in relazione ad alcune importanti variabili come il carattere evolutivo del mondo del lavoro, dei processi produttivi, delle professioni. In questo contesto storico, è necessario pensare molto precocemente a percorsi mirati nell’ambito di un’offerta formativa molto diversificata.

Le scuole devono offrire informazioni in modo efficace ad un’utenza che spesso non è ancora in grado di saper riconoscere le proprie attitudini e scegliere il percorso formativo e professionale adeguato. Possono farlo da sole? Forse, ma sarebbe meglio farlo in compagnia. Servono “sistemi” territoriali integrati e strutture finalizzate a coprire con l’orientamento l’intero arco della vita scolastica, in base agli interessi dell’utente e al livello di apprendimento raggiunto.

L’orientamento scolastico attualmente persegue essenzialmente due obiettivi strategici: contrasto alla dispersione scolastica, fenomeno rilevante nel nostro Paese, e supporto al singolo alunno nella presa di coscienza delle proprie vocazioni e attitudini. La vera sfida, per il sistema scolastico, è rendere lo studente pronto anche ad una riconversione professionale, poiché il mondo del lavoro la richiede, oggi, con sempre maggiore frequenza. In questa ottica, serve anche la formazione iniziale ed in servizio dei docenti e il passaggio definitivo degli stessi da trasmettitori di conoscenze a costruttori di saperi e competenze. Anche le metodologie didattiche utilizzate devono essere fortemente improntate ed orientate ai problemi della vita reale. Si tratta di mettere in campo un modello socratico di apprendimento sia per quanto riguarda le singole materie e sia per quanto concerne le attitudini, in cui e-ducere (da cui “educare”) diventa la responsabilità più importante nell’ottenimento della piena autonomia dell’individuo nella società.