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IL SEGRETARIO REGIONALE VITO MASCIALE:OK PER EDUCAZIONE SENTIMENTALE MA PRIMA DI TUTTO EDUCHIAMO AL RISPETTO DELLE REGOLE .

In questi giorni il cuore dell’Italia è tutto rivolto a Giulia (la giovane innocente vittima) a Filippo (il bravo …… ragazzo normale che l’ha uccisa) alle loro famiglie e………alla scuola.

Sulla tristissima e dolorosissima vicenda scorreranno ancora fiumi di inchiostro sulle pagine dei giornali, nei talk show vedremo sfilare psicologici e criminologici esperti in casi del genere che ne passeranno al setaccio gli aspetti sociali e psicologici.

Qui in questo breve post voglio condividere con voi il ruolo della scuola. Non può che far piacere ai lavoratori della scuola sapere che il paese senza distinzioni politiche conta su di loro, sul loro lavoro incessante quotidiano nelle aule per educare le future generazioni a gestire i propri sentimenti: educazione sentimentale si legge nei titoli dei giornali. Bene. Molto bene.

Ma a quali sentimenti pensiamo?

A quelli amorosi che sbocciano in una adolescenza sempre più anagraficamente precoce?

Quelli nei confronti di sé stessi nella fatica quotidiana di crearsi una propria identità e farsi accettare dagli altri? Quelli nei confronti della famiglia, degli amici, del gruppo di calcetto o di palestra, dei compagni di classe dove sentirsi integrati? La materia è vastissima, complessa e delicata e la lascio volentieri ai sociologi e agli psicologi che sicuramente saranno coinvolti in questa educazione magari con progetti extra adeguatamente retribuiti oppure sarà affidata a dei docenti di una classe di concorso presente in tutti gli ordini di scuola all’interno dell’insegnamento di discipline già a loro carico e con un numero di ore immutato.

Questa seconda ipotesi sarebbe un gioco al massacro sulla scuola che al susseguirsi di episodi tristi di violenza sarebbe accusata di non aver fatto bene i compiti.

E a questo lo Snals Puglia non ci sta.

Affidiamo pure il compito dell’educazione sentimentale alla scuola perché se lo merita perché oggi rimane ancora, con la famiglia, il principale contesto educativo ma diamo alla scuola la possibilità di fare bene il suo lavoro. Prima di entrare nel campo dei sentimenti forse sarebbe il caso di educare i ragazzi al rispetto delle regole che sono alla base della convivenza: regole scritte e non scritte ma su cui si basa da sempre la società in primis il rispetto per l’altro. E chi mi chiedo da uomo di scuola chi meglio di docenti laureati abilitati all’insegnamento presenti nell’unica graduatoria GAE non esaurita su tutto il territorio nazionale la A-46 sarebbe in grado di farlo.

Si potrebbe pensare ad inserire l’insegnamento del diritto fin dalla secondaria di primo grado.

La scuola sa educare e formare e sa farlo molto bene purché messa in condizioni di farlo. Il Ministro ha disposto due minuti di silenzio in tutte le scuole per ricordare Giulia. Bene ma per ricordare Giulia e far sì che lei non sia morta invano serve parlarne nelle scuole e nelle università visto che i ragazzi coinvolti nella vicenda erano studenti universitari. Nelle università dove la competizione in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro sicuramente si acuisce e dove i ragazzi universitari ormai ritenuti “grandi” dalle famiglie devono invece affrontare in tanti casi problemi ben più gravi di un affitto da pagare. E siccome il ferro si batte finché è caldo nelle scuole a novembre magari sarebbe il caso di concedere un’ora di assemblea di classe straordinaria per parlare di Giulia e non solo di Giulia che purtroppo lo sappiamo non sarà l’ultima.  E per concludere un pensiero alle famiglie: non è facile essere genitori non lo è mai stato e lo sanno bene tutti i giovani italiani che pur mettendo su famiglia decidono di non aver figli ma per quelli che hanno voluto accettare la sfida di diventare genitori la scuola può fare tanto e sono sicuro che le idee non mancano.

Vito prof. Masciale